
Il pensiero filosofico e spirituale di Simone Weil e la sua analisi relativa alle intuitions pré-chrétiennes, al chiarore della sua posizione profondamente mistico-cristiana e del suo specifico universalismo interreligioso, sono terreno fertile per la ricostruzione di un dialogo aperto ed inclusivo finalizzato alla riscoperta del simbolo sacro autentico. La sua esperienza biografica e la sua intima predisposizione ad abbracciare in un unico atto d’amore la Verità eterna, hanno condotto la filosofa francese verso la riscoperta di molteplici figure impregnate di valore spirituale e, pertanto, tutte parimenti portatrici di un irrinunciabile significato sia religioso che etico, inserite in un quadro pluriprospettico ed analogico. Sono queste le numerose apparizioni attraverso le quali la Trascendenza si è manifestata all’umanità, ossia le luminose rivelazioni del Sacro. Mediante la concezione impersonale di Dio, Weil indica una possibile strada interpretativa in grado di tradurre ed inserire in una feconda comunicazione differenti elementi religiosi e filosofici, icone e paradigmi scaturiti da dimensioni culturali lontane ed apparentemente inconciliabili. Criticando la Chiesa quale realtà sociale che ha chiuso dogmaticamente le porte a questi poliedrici segni del divino, Weil ripercorse invece le tracce lasciate dal suo passaggio, le forme velate del suo amore per l’intera creazione, riunificando in questo modo gli svariati linguaggi che ha assunto nel tempo ed eliminando qualsivoglia tentativo di esclusivismo e di assolutismo. Il pensiero libero e la ricerca individuale sono, infatti, nuclei centrali nella rifondazione di una spiritualità nuova che sia una paideia capace di rinnovare il sentimento religioso e, insieme, formare anime liberate dalle imposizioni e dalle false idee di grandezza nate in seno alla collettività. L’intolleranza della Chiesa e la sua arroganza non hanno soltanto cancellato intere civiltà ed importanti illuminazioni religiose sancite come inesatte, ma ha anche annullato il puro messaggio di Cristo, il suo invito all’amore universale che invita al contatto con l’alterità. Per questo motivo risulta urgente ripristinare il rapporto tra la Chiesa e ciò che essa ha escluso; dobbiamo riscoprire le nostre radici per poter difendere ed alimentare la germogliazione di una nuova consapevolezza. Solo quando l’obbligo avrà preso il posto del diritto, solo quando la forza e la violenza avranno lasciato spazio alla compassione e alla gentilezza, quando la sola presenza dell’altro basterà a limitare la nostra azione e quando l’essere umano accetterà la sua implicita finitezza, ecco che si potrà riscoprire la bellezza del mondo e l’amore che contiene in ogni sua più piccola parte.
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